Il comprensorio dell'Osservatorio

Posto in un parco di sei ettari, l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte comprende una serie di fabbricati tra cui l’edificio monumentale, nel quale si trovano gli uffici amministrativi, una grande sala-conferenze (auditorium) con annesso museo, la biblioteca, e tre edifici nei quali si trovano gli uffici dei ricercatori, i laboratori e le officine. Il maggiore tra questi è Villa della Riccia, originariamente con funzione abitativa, adibito ad uffici e laboratori di ricerca.
E’ un contesto architettonico e ambientale caratterizzato dalla presenza di edifici storici (Villa della Riccia risale al ‘500 mentre la Specola è dell’800). Ciò rende indispensabile dedicare parte delle attività dell’Istituto alla tutela e al recupero delle opere che allo stesso Istituto sono state state affidate. D’altra parte non è sempre facile rendere compatibili queste strutture con le attività di ricerca. E’ stato ed è ancora necessario operare sulla configurazione, la conformazione e la distribuzione degli spazi come risposta efficace, la più efficace possibile, alle esigenze di chi quegli spazi li utilizza per lavoro o per studio.
Le nuove disposizioni normative, in particolare quelle sulla sicurezza – si pensi che questi luoghi sono frequentati da migliaia di studenti l’anno e, in occasione di particolari eventi, vedono concentrarsi centinaia e centinaia di persone – costituiscono un vero problema se confrontate con il sistema di vincoli imposto dagli enti competenti.
In un quadro così complesso è stato necessario dotarsi di competenze storico-tecniche in grado di garantire, da un parte, il rispetto delle misure di prevenzione e protezione dai rischi e, dall’altra, il rispetto per i luoghi. E’ stato così possibile dare un notevole impulso alle attività edili, portando a compimento molte opere, intraprendendone di nuove e programmando iniziative che avranno attuazione a breve e medio termine.

Le Strutture dell’Osservatorio

Edificio Monumentale

La specola napoletana con le sue architetture neoclassiche

Il Planetario "Juri Gagarin"

La nuova cupola a 70 posti per la visione virtuale del cielo notturno

Vista auditorium

L'auditorium

La grande sala per le manifestazioni al pubblico e per convegni scientifici

Museo degli Strumenti Astronomici

La storia e le collezioni degli strumenti dell’Osservatorio

Il Meridiano

La struttura, unica in Italia, che ospita il cerchio meridiano di Repsold

Lo strumento dei passaggi

La casina in legno che ospita il Bamberg

Il Telescopio

La torre Est e il telescopio Ritchey Chretien

Il Celostato

La nuova struttura che ospita lo strumento più adatto per osservare lo spettacolo del Sole

Archivio Storico

Il materiale copre un arco di tempo che va dal 1802 al 1948

Biblioteca dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte

La Biblioteca

La dotazione attuale è di oltre 38.000 volumi

Villa della Riccia

L’edificio cinquecentesco che ospita gli uffici dei ricercatori

Biblioteca dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte

VSTCen

Il Centro Italiano di Coordinamento per VST

Edificio "Geppina Coppola"

L’edificio, nel passato adibito ad abitazione per i dipendenti è ora dedicato ad uffici per la ricerca

Il Parco

I giardini e le terrazze belvedere che guardano verso il golfo di Napoli

Laboratori interrati

Il recente notevole incremento delle attività dell’Osservatorio ha reso indispensabile il reperimento di nuovi spazi da adibire alla ricerca all’interno del comprensorio dell’OAC: un’operazione ai limiti dell’impossibile in conseguenza dei ferrei vincoli di tutela paesaggistica e storico-monumentale cui è sottoposto l’intero complesso dell’OAC. L’intervento che prevedeva la realizzazione, in terrapieni adiacenti le strutture edilizie preesistenti, di due corpi interrati da adibire a laboratori di astrofisica e di elaborazione immagini astronomiche, sebbene incompatibile con i dispositivi contenuti nelle determinazioni in vigore nel territorio comunale di Napoli e, in particolare, nelle norme d’attuazione del Piano regolatore generale, ha ottenuto l’autorizzazione per l’esecuzione dei lavori tramite una Conferenza dei servizi convocata dal Ministero dei lavori pubblici (oggi Ministero delle infrastrutture e dei trasporti), Provveditorato regionale alle OO.PP. della Campania, ai sensi dell’art. 81 del DPR 24 luglio 1977 n. 616, e ratifica del Consiglio comunale di Napoli.
Il Laboratorio di Astrofisica è stato ultimato ed è ora in fase di collaudo: si tratta della realizzazione, nel terrapieno adiacente l’attuale officina-falegnameria, di un corpo di fabbrica a un livello interrato, con accessi sia dalla suddetta struttura edilizia preesistente che dall’esterno. Per aumentare la superficie a disposizione dei ricercatori, è stata prevista la soppalcatura dei locali dell’officina-falegnameria, con il conseguente trasferimento in altro luogo di quelle attività. Il progetto esecutivo, redatto dall’arch. Liana De Filippis dell’Ufficio tecnico dell’OAC, è stato posto in gara a cura del Provveditorato alle OO.PP. della Campania, grazie ad una convenzione stipulata tra l’OAC e il Provveditorato.

Passetto (il "Budello")

Il corpo di fabbrica denominato “budello” costituisce il camminamento coperto (lungo circa ml. 112) di congiunzione tra Villa della Riccia, originariamente destinata ad abitazione degli astronomi oggi sede di uffici e laboratori e l’edificio monumentale.

Se ne trova traccia con il nome di “Passetto” in un carteggio del 27 marzo 1823 in cui Stefano Gasse, architetto e progettista della Specola, scrive a Carlo Brioschi, Direttore dell’Osservatorio, dicendo che “il passetto” di collegamento tra la Specola e la Villa della Riccia etc. etc. Nella corrispondenza successiva il passetto e’ menzionato anche come “passaggio di collegamento”. Fonte: Inventario d’archivio OAC, lavori di fabbrica, busta uno, fascicolo quattro.

Esso ha un’articolazione planimetrica che si sviluppa per due tratti rettilinei che si raccordano in una cerniera posta circa a metà del percorso (in corrispondenza di un manufatto destinato a uffici e laboratori) ed altimetrica che si sviluppa su due quote principali con un salto in corrispondenza della succitata cerniera.
Tale “budello” ha una sezione tipo tunnel ad un solo piano in parte fuori terra in parte parzialmente o totalmente fuori terra.
Dall’analisi dei materiali costituenti il manufatto in parola si è individuato quanto segue:

  • Chiusura verticale: muratura di tufo dello spessore medio di circa cm. 60 con finitura interna ad intonaco liscio attintato a calce;
  • Chiusure orizzontali di diverse tipologie e precisamente: solaio di copertura: putrelle in laterizio (ml.55 x ml.1 circa);
  • Volta a botte (ml.52 x 1.3 circa);
  • Nel solo tratto finale, verso l’edificio monumentale a volta a crociera (ml.3 x ml. 1.3 circa).

Elementi di completamento costituiti da pavimentazione in linoleum, infissi in legno al naturale, corpi illuminanti in plaffoniere al neon, canaline esterne per l’impianto elettrico e di trasmissione dati.
L’immobile presenta in più punti fenomeni di degrado che interessano la quasi totalità delle pareti verticali e larga parte della copertura. Tale degrado, che si manifesta soprattutto mediante distacco di intonaci e pitturazioni, formazione di musse e di efflorescenze, insalubrità complessiva dell’ambiente, deriva dall’azione di:
Umidità meteorica
Presente sulle superfici esterne delle murature è direttamente conseguente al fenomeno delle precipitazioni atmosferiche. La quantità d’acqua trattenuta dal muro non è eccessiva e da ciò deriva una forma d’umidità saltuaria, che però può diventare intensa in determinati periodi a causa di piogge ripetute a brevi intervalli; quando l’evaporazione fra un assorbimento ed un altro non è più sufficiente ad impedire l’accumulo.
La penetrazione orizzontale dell’acqua nel muro è dovuta a due forze eterogenee: la pressione del vento e l’assorbimento del materiale. Il vento quindi porta la pioggia a contatto con la parete, ma la penetrazione è dovuta principalmente all’assorbimento del materiale.
Umidità ascendente
L’umidità ascendente è connessa con i fenomeni di risalita capillare nelle murature a contatto con terreno umido o con una falda acquifera. Si manifesta maggiormente nelle vecchie murature, nei piani cantinati o seminterrati e anche, a livello appena superiore al piano stradale, nei piani terra o rialzati. La consistenza del fenomeno dipende da diversi fattori, quali:

  • la quantità di acqua presente nel terreno;
  • la porosità dei materiali costituenti la muratura;
  • la capacità evaporativa delle superfici esterne della muratura;
  • A questo fenomeno si sommano processi di tipo osmotico: l’acqua assorbita dal sottosuolo trasporta con sé sali in soluzione, i quali si concentrano nelle zone in cui l’apporto dell’acqua di risalita è bilanciato dall’evaporazione.

Umidità accidentale
Provocata dalla presenza di infiltrazioni e/o perdite in corrispondenza di parti della costruzione. Specialmente nei vecchi edifici gli impianti tecnici (in particolare, condotte pluviali e fognature) sono talvolta costruiti artigianalmente ed in periodi posteriori alla costruzione dell’immobile. Tutto ciò comporta percorsi delle condotte spesso irrazionali e mal protetti, la cui mancanza di manutenzione contribuisce ad un degrado generale ed a fenomeni di corrosione delle condutture stesse.
Umidità da terrapieno
L’umidità da terrapieno è conseguenza della percolazione dai terrapieni a contatto con i muri di contenimento, in cui l’acqua arriva alle murature con un lento passaggio attraverso la massa filtrante dei terreni.
Si è pertanto dovuto procedere, oltre che a interventi impiantistici: integrazioni dell’impianto elettrico e di trasmissione dati, nonché di ricambio forzato d’aria, ad un complesso intervento di recupero del manufatto al fine di recuperarlo alla sua funzione di collegamento e disimpegno.
I lavori, progettati dall’Ufficio Tecnico dell’Osservatorio – responsabile l’arch. Liana De Filippis, si sono articolati principalmente nelle seguenti opere:

  • Interventi sul solaio di copertura:
    • Rimozione dell’attuale pavimentazione e relativo massetto; Sostituzione di parte del solaio in ferro e tavelloni; Realizzazione di opere di coibentazione, impermeabilizzazione e finitura: massetto di pendenza in argilla espansa, apposizione di barriera al vapore, strato isolante, guaina armata in poliestere e nuova pavimentazione;
  • Interventi sul solaio di calpestio:
    • Rimozione attuale pavimentazione e sottostante massetto; Realizzazione di opportuni interventi di isolamento; Messa in opera di nuova pavimentazione in elementi in cotto su massetto armato con rete elettrosaldata.
  • Interventi sulle murature verticali
    • dall’interno: Rimozione degli intonaci esistenti e accurata pulizia della struttura mediante spazzolatura levaggio a pressione; Trattamento antisalino strutturale in profondità nella muratura messa a nudo mediante spruzzatura a pressione (per impedire condensazioni saline superficiali); Ripristino delle connessioni murarie mediante dei giunti di malta; Rifacimento degli intonaci mediante prodotti deumidificanti aventi caratteristiche di alta traspirabilità; Rifacimento della pitturazione consolidante del supporto e fortemente traspirante.
    • dall’esterno: Rimozione degli intonaci esistenti e accurata pulizia della struttura; Ripristino dei manufatti protettivi deteriorati come cornici, cornicioni, gocciolatoi, pmensolette, altro; Realizzazione di intonaco rustico con malta composta da una
      miscela preconfezionata di inerti carbonatici con curva granulometrica continua da 0 a 3 mm e calce forte, naturale, bianca, dal carattere di idraulicità esente da sali idroolubili; Stabilitura rasante in polvere bianca composta da leganti
      naturali idraulici ed aerei resistente all’aggressione alcalina e insensibile agli attacchi primari di batteri e funghi; Tinteggiatura a base di pitture a calce con caratteristica di alta resistenza all’aggressione alcalina, insensibile agli attacchi
      primari di batteri e funghi e massima traspirabilità.
    • Nel tratto controterra: Creazione di intercapedine areata e chiusura dello scavo eseguito per la totale lunghezza dell’intervento prevedendo aereazione dell’intercapedine con appositi sfiati ogni circa 10 mt. Inoltre, dal momento che il complesso degli interventi proposti ha la funzione di eliminare l’umidità attraverso procedure che facilitino la traspirazione della muratura favorendo la dispersione del vapore acqueo nell’ambiente (prima trattenuto dalla muratura), occorrerà mettere in atto dispositivi atti a impedirne il ristagno mediante aspiratori con funzione di estrazione forzata dell’aria.

Volume tecnico a servizio del celostata

Il progetto, redatto dall’architetto Liana De Filippis, prevede il ripristino del volume tecnico a servizio del celostata e dello spettrografo dell’OAC: una struttura in acciaio e legno demolita in passato per ragioni di sicurezza e che di fatto male si integrava con il contesto ambientale: anche questo immobile, infatti, ricade in area sottoposta a vincolo architettonico e ambientale (leggi nn. 1089/39 e 1497/1939). Per contribuire alla riqualificazione paesaggistica e ambientale della zona, il progetto di ripristino contempla l’impiego di materiali leggeri e di minor impatto ambientale, come l’acciaio e il vetro, con l’intento di smaterializzare l’involucro e renderlo permeabile alla visuale paesaggistica.
Il progetto si è sviluppato in più fasi. La prima idea progettuale era stata quella di realizzare un contenitore puro, un parallelepipedo trasparente nel quale ospitare lo spettrografo mentre il celostato avrebbe dovuto trovare ubicazione all’interno di un semicilindro in parte rotabile in modo da consentire l’ingresso dei raggi solari.
Tale progetto però si distaccava dalla configurazione del manufatto precedente pertanto, pur avendo incontrato il parere positivo della Soprintendenza, si è dovuto necessariamente optare per un secondo progetto che conservasse esattamente la forma dell’edificio demolito.

Il progetto definitivo è stato quindi approvato in seguito alla convocazione di una Conferenza dei servizi in cui è stata raggiunta l’intesa Stato Regione. Una volta ottenuta l’autorizzazione alla realizzazione dell’intervento, l’ufficio tecnico ha provveduto ad attivare le procedure necessarie ad accedere a possibili fondi per il finanziamento dell’opera. Tale intervento è stato infatti finanziato dalla Regione Campania nell’ambito dell’Intesa Istituzionale di Programma – Secondo Protocollo aggiuntivo all’Accordo di Programma Quadro “Sistemi Urbani”. 

Pozzo artesiano

Pozzo artesiano per impianto di irrigazione a servizio del vasto parco dell’OAC. Lo scopo è anche di impedire il disseccarsi della vegetazione, proteggendo così il comprensorio dai pericoli d’incendio, nel rispetto delle severe prescrizioni sugli sprechi d’acqua. L’autorità di Bacino e la Provincia di Napoli hanno autorizzato l’esecuzione del pozzo di emungimento nel mese di ottobre 2003.

"ex-stalla"

Acquisizione di un edificio denominato “ex-stalla” di circa 140 mq distribuiti su due livelli, attualmente in disuso e di pertinenza di coloni fittuari di manufatti e terreni demaniali siti all’interno del comprensorio. Sono state avviate le procedure presso il Demanio dello Stato per l’acquisizione ed è in corso il progetto esecutivo che porterà al suo utilizzo come laboratorio.

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